2014-10-20 05:00:00

Il neo segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, in una intervista rilasciata al quotidiano "Avvenire", non boccia la manovra varata dal Governo Renzi, ma parla di "luci ed ombre, di cose buone ed altre da precisare 

Roma, 17 ottobre 2014. "Bisognerebbe rimettere mano profondamente alla manovra». Il neo segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, in una intervista rilasciata al quotidiano "Avvenire", non boccia la manovra varata dal Governo Renzi, ma parla di «luci ed ombre, di cose buone ed altre da precisare», di «aspetti inaccettabili» da correggere. "Occorre dare risorse anche a pensionati e statali- precisa Furlan. "Apprezziamo sia gli sgravi sull'Irap per le imprese, di cui indirettamente dovrebbero beneficiare i lavoratori, sia soprattutto la decontribuzione per tre anni sui contratti a tempo indeterminato, che favorirà la creazione di nuova occupazione stabile. È positivo il sostegno previsto per le famiglie, così come apprezziamo la conferma del bonus da 80 euro per i lavoratori dipendenti. Da questo capitolo, però, cominciano le ombre e sono pesanti. Della manovra contestiamo anzitutto, a proposito del bonus, il fatto che non si allarghi la platea dei beneficiari, come abbiamo chiesto da tempo, agli incapienti e soprattutto ai pensionati, la metà dei quali riceve un assegno inferiore a 1.000 euro. Un segnale d'attenzione nei loro confronti era necessario ed è decisamente negativo che non sia arrivato. Allo stesso modo riteniamo inaccettabile la mancanza di fondi per rinnovare i contratti di 3 milioni di dipendenti statali. Hanno in media stipendi da 1.300 euro e sono 6 anni che non ricevono aumenti, con una perdita stimata fra i 2.500 e i 4.000 euro.  Pare incredibile che, mentre il governo parla di sostegno alle famiglie ed ai consumi, come datore di lavoro si rifiuti di rinnovare i contratti. Anche sul Tfr le sorprese non sono mancate ed anche in questo caso risultano negative. In primo luogo la tassazione ordinaria per chi sceglierà di avere subito in busta paga gli accantonamenti della liquidazione: molti finiranno per pagare più imposte. E poi l'aumento dell'imposizione dall'11,5 al 20% sui fondi pensione. Questo rischia di essere la pietra tombale sulla previdenza integrativa. Che non è un lusso, ma una necessità per tutti quei lavoratori, in particolare giovani e con carriere discontinue, che si ritroveranno da anziani con pensioni pubbliche inferiori alla metà dell'ultimo stipendio. La previdenza integrativa servirà loro per evitare di finire in povertà. Ancora c'è poco sulle politiche attive del lavoro e sugli investimenti.
Gli enti locali sono già sul piede di guerra per i tagli che li riguardano, un'altra grande incognita di questa manovra. Occorrerà leggere bene i testi definitivi, ma il rischio che i tagli a Regioni e Comuni si traducano poi in maggiore tassazione locale o in riduzione di servizi e prestazioni sanitarie ci sembra molto pericoloso per i cittadini. Come Cisl vigileremo su questo in tutti i territori. Il governo ci ha convocati per il 27 di ottobre ed in quell'occasione illustreremo le nostre critiche ed i nostri progetti. Poi cercheremo il confronto con i gruppi parlamentari. Intanto domani saremo in 100 piazze di tutta Italia per manifestare, per confrontarci con i cittadini, ma soprattutto per lanciare le nostre proposte per far ripartire davvero il Paese".

Ufficio stampa Cisl

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