2022-06-02 06:30:00
Incontriamoci CISL

Il prossimo 2 giugno, come è noto, sarà celebrato il 76° anniversario della nascita della nostra Repubblica istituita nel 1946 a seguito del Referendum popolare a suffragio universale: referendum che registrò un’intensa, straordinaria partecipazione di uomini e donne esultanti per la pace e la libertà ritrovate dopo le distruzioni, le sofferenze e gli spargimenti di sangue prodotti dalla seconda guerra mondiale.
La transizione all’istituzione democratica non è stata certo priva di difficoltà ma è indubbio che, negli anni successivi, in un clima di libertà di iniziativa e di lavoro, abbiamo acquisito la convinzione del fatto che, in tutti si sarebbe consolidata l’idea che solo la pace e la fattiva collaborazione e cooperazione tra i popoli potessero favorire il progresso.
Purtroppo, però, oltre alla guerra in atto Russia-Ucraina-Occidente, la storia del mondo, ci racconta ancora di micro e macro conflitti; di sopravvissuti, feriti, mutilati, militari, civili, che testimoniano un orrore di cui proviamo vergogna per la nostra impotenza.
2 giugno 2022Eppure siamo tutti convinti che non ci può essere giustificazione, obiettivo, progetto politico che possa motivare la deflagrazione di una guerra, siamo tutti convinti che non sia possibile accettare l’idea che lo scontro armato fra uomini, sia in grado di risolvere qualsivoglia problema nazionale o internazionale.
La guerra dovrebbe porre a tutti interrogativi inquietanti, dovrebbe essere considerata il “male” estremo “prima” del suo avvento e non “dopo”: perché questo non si verifica?
Forse, Hannah Arendt, nel suo libro “La banalità del male” tenta una risposta quando sostiene magistralmente che il male può invadere e devastare il mondo perché cresce in superficie come un fungo. Chi cerca il male non si pone domande, vuole solo immediate risposte: “banale”, quindi, in quanto vissuto come “normale” comportamento della quotidianità.
Ma in tutto ciò che ne consegue svanisce la “banalità”, perché la disinvolta superficialità di chi si fa portatore del male, si trasforma in dolore, sofferenza, spesso in impotenza reattiva, per quanti ne subiscono le terrificanti ricadute.
Di qui può discendere una sola considerazione: è la cultura l’unica “terapia” in grado di sconfiggere il male.
Perciò, dedichiamo tutti il prossimo 2 giugno ad un’attenta riflessione, inviamo un pensiero a quanti in questi giorni stanno vivendo la tragedia della guerra e rivolgiamo ancora una volta un pressante invito a quanti governano in tutti i Paesi del mondo a far sì che la scuola assuma un ruolo centrale nelle politiche di governo.

 

La Segretaria Generale

Paola Manzullo

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