2015-04-16 05:30:00

Per ogni figlio nato o adottato tra il 1° gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017 l’Italia mette in campo un bonus bebè di 960 euro all’anno, erogati in rate mensili da 80 euro a partire dal mese di nascita o di adozione del bambino. E’ quanto prevedono le modifiche al bonus bebè previste dalla Legge di stabilità del 2015, diventate operative con l’entrata in vigore del decreto attuativo approvato venerdì scorso dal Consiglio dei ministri.

Possono fare richiesta del bonus bebè i genitori cittadini italiani, ma anche i membri di uno Stato dell’Unione europea o di uno Stato extracomunitario se risiedono in Italia e se possiedono il permesso di soggiorno.

L’agevolazione è valida soltanto per i genitori che hanno un ISEE (Indicatore della situazione economica equivalente) in corso di validità non superiore a 25.000 euro annui. Se poi l’Isee non supera i 7.000 euro annui l’importo si raddoppia e diventa di 160 euro al mese.

Il bonus bebè spetta ai figli nati tra il 1° gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017 (se il bimbo è nato alle 23:59 del 31 dicembre 2014 i neo genitori non ha diritto all’agevolazione).

L’assegno verrà versato fino al terzo compleanno o, in caso di adozione, fino al terzo anno in cui il bambino è entrato a far parte della famiglia. “È assolutamente necessario, però, che rimangano invariati i requisiti richiesti per accedere al bonus bebè”.

Come fare per ottenerlo? Bisogna fare richiesta compilando la domanda online sul sito dell’Inps e inviandola, in via telematica, all’Istituto se si possiede il codice PIN, oppure rivolgendosi al Caf CISL o all'INAS che provvederanno a predisporre il modello di domanda e a trasmetterlo direttamente all’Istituto. (L'INPS però non ha  ancora predisposto la documentazione).

La domanda deve essere presentata entro 90 giorni dalla nascita o l’entrata in famiglia del bambino e, dopo averla ricevuta, l’Inps provvederà a verificarne i requisiti.

In tal caso, la domanda ha effetto dalla data di nascita del bambino e non si perde nessuna mensilità. Se invece la richiesta viene inoltrata dopo 90 giorni dalla nascita, il bonus decorrerà solo a partire da tale data. Per i figli nati dopo il 1° gennaio 2015, ma prima dell’entrata in vigore del decreto attuativo (10 aprile 2015), i 90 giorni partono da quest’ultima data cosicché nessuna mensilità andrà persa.

Il bonus dura tre anni, ma la domanda va presentata una volta sola, per il primo anno, mentre per il secondo e il terzo anno sarà sufficiente rinnovare l’Isee. Se nel frattempo la famiglia perde i requisiti richiesti dalla legge per l’accesso al bonus, l’Inps ne sospende l’erogazione.

Alla famiglia non viene più erogato dall’assegno anche in caso di:

  • decesso del figlio;
  • revoca dell’adozione;
  • decadenza dall’esercizio della responsabilità genitoriale;
  • affidamento del figlio a terzi;
  • affidamento esclusivo del figlio al genitore che non ha presentato la domanda.

In tutti questi casi, i genitori devono comunicare subito all’Inps la causa di decadenza e se non lo fanno devono restituire le somme indebitamente percepite.

Infine, si deve mettere in conto che se l’Inps, per tre mensilità consecutive, spende per il bonus bebè più di quanto preventivato, le domande non verranno più accettate fino a quando non verrà rideterminato l’importo annuo dell’assegno e i valori Isee per l’accesso al beneficio

Per ogni figlio nato o adottato tra il 1° gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017 l’Italia mette in campo un bonus bebè di 960 euro all’anno, erogati in rate mensili da 80 euro a partire dal mese di nascita o di adozione del bambino. E’ quanto prevedono le modifiche al bonus bebè previste dalla Legge di stabilità del 2015, diventate operative con l’entrata in vigore del decreto attuativo approvato venerdì scorso dal Consiglio dei ministri.

Possono fare richiesta del bonus bebè i genitori cittadini italiani, ma anche i membri di uno Stato dell’Unione europea o di uno Stato extracomunitario se risiedono in Italia e se possiedono il permesso di soggiorno.

L’agevolazione è valida soltanto per i genitori che hanno un ISEE (Indicatore della situazione economica equivalente) in corso di validità non superiore a 25.000 euro annui. Se poi l’Isee non supera i 7.000 euro annui l’importo si raddoppia e diventa di 160 euro al mese.

Il bonus bebè spetta ai figli nati tra il 1° gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017 (se il bimbo è nato alle 23:59 del 31 dicembre 2014 i neo genitori non ha diritto all’agevolazione).

L’assegno verrà versato fino al terzo compleanno o, in caso di adozione, fino al terzo anno in cui il bambino è entrato a far parte della famiglia. “È assolutamente necessario, però, che rimangano invariati i requisiti richiesti per accedere al bonus bebè”.

Come fare per ottenerlo? Bisogna fare richiesta compilando la domanda online sul sito dell’Inps e inviandola, in via telematica, all’Istituto se si possiede il codice PIN, oppure rivolgendosi al Caf CISL o all'INAS che provvederanno a predisporre il modello di domanda e a trasmetterlo direttamente all’Istituto. (L'INPS però non ha  ancora predisposto la documentazione).

La domanda deve essere presentata entro 90 giorni dalla nascita o l’entrata in famiglia del bambino e, dopo averla ricevuta, l’Inps provvederà a verificarne i requisiti.

In tal caso, la domanda ha effetto dalla data di nascita del bambino e non si perde nessuna mensilità. Se invece la richiesta viene inoltrata dopo 90 giorni dalla nascita, il bonus decorrerà solo a partire da tale data. Per i figli nati dopo il 1° gennaio 2015, ma prima dell’entrata in vigore del decreto attuativo (10 aprile 2015), i 90 giorni partono da quest’ultima data cosicché nessuna mensilità andrà persa.

Il bonus dura tre anni, ma la domanda va presentata una volta sola, per il primo anno, mentre per il secondo e il terzo anno sarà sufficiente rinnovare l’Isee. Se nel frattempo la famiglia perde i requisiti richiesti dalla legge per l’accesso al bonus, l’Inps ne sospende l’erogazione.

Alla famiglia non viene più erogato dall’assegno anche in caso di:

  • decesso del figlio;
  • revoca dell’adozione;
  • decadenza dall’esercizio della responsabilità genitoriale;
  • affidamento del figlio a terzi;
  • affidamento esclusivo del figlio al genitore che non ha presentato la domanda.

In tutti questi casi, i genitori devono comunicare subito all’Inps la causa di decadenza e se non lo fanno devono restituire le somme indebitamente percepite.

Infine, si deve mettere in conto che se l’Inps, per tre mensilità consecutive, spende per il bonus bebè più di quanto preventivato, le domande non verranno più accettate fino a quando non verrà rideterminato l’importo annuo dell’assegno e i valori Isee per l’accesso al beneficio

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