2015-03-03 00:15:00

Da una democrazia sbrigativa nasce la cattiva scuola Se le indiscrezioni che circolano troveranno conferma nelle decisioni del prossimo consiglio dei ministri, il governo si appresta non a

“riformare” la scuola, ma a metterla a soqquadro.

Scorrendo le ipotesi che vengono formulate su organici, programmi di insegnamento, carriere del personale viene da chiedersi se gli estensori dei testi hanno consultato qualcuno, e chi, prima di

scatenare la loro fantasia. Sicuramente non hanno ascoltato il mondo della scuola e chi ci lavora, messo ancora una volta di fronte a progetti fatti sulla sua testa, caricato di oneri nuovi e costretto

ad autotassarsi per consentire l’avvio di una pseudo meritocrazia a costo zero. A questo infatti conduce la tanto sbandierata previsione delle carriere “per competenza”: l’unico dato certo è che le

retribuzioni del personale, già tra le più basse d’Europa,saranno ulteriormente taglieggiate.

Il decreto legge mette assieme un coacervo di misure totalmente disancorate dalla realtà che si pretenderebbe di modificare. Ci chiediamo, ad esempio, se chi prefigura l’affidamento delle

supplenze fino a 10 giorni a personale di ruolo, o il possibile utilizzo in altro grado di scuola in base al solo titolo di studio posseduto, sappia veramente come funziona una scuola e come siano

organizzate le attività di insegnamento. Di tutto aveva bisogno la nostra scuola, meno che di finire vittima ancora una volta della superficialità e della presunzione di chi dovrebbe governarla.

Incredibile che si affidi a una decretazione d’urgenza – di cui riesce peraltro difficile scorgere i requisiti previsti dalla Costituzione - un intervento che tocca ripetutamente gli ordinamenti

scolastici (curricoli, modelli e quadri orario, potenziamento dell’offerta formativa, ITS, alternanza scuola lavoro,reclutamento, carriere, ecc.) e lo fa aggirando deliberatamente i passaggi procedurali di garanzia che persino il famigerato art. 64 del decreto legge 112/2008 (Tremonti – Gelmini) non aveva osato eludere. Non è con questi modelli di “democrazia sbrigativa” che si possono percorrere le vie del cambiamento.

Roma, 2 marzo 2015

Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola