2014-09-19 04:15:00

"Sulla scuola, così come su tutta la riforma del lavoro, si deve aprire una discussione vera”, ha sottolineato il leader della Cisl, Bonanni nel corso di una conferenza stampa insieme alla categoria della Cisl Scuola per presentare il dossier "Noi e la buona scuola". il servizio di Labor Tv). 
Sul Jobs act e sulle modifiche dell'art.18, Bonanni ha inviato un appello alle forze politiche di evitare strumentalizzazioni dannose per l'unita' del paese. "Oggi piu' che mai c'è bisogno di unire, non di dividere".
 

 

 

Roma, 18 settembre 2014.  "Siamo disponibili a discutere serenamente e a trattare, ma non ci presteremo mai al gioco del governo che ha una visione verticale destinata a dividere, piu' che ad unire il paese". E' quanto ha dichiarato il Segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, nel corso della conferenza stampa di presentazione del dossier della Cisl Scuola "Noi e la buona scuola" sulle linee guida del Governo lanciando un duro affondo contro la riforma della scuola di Renzi per la prima volta diffusa on line.

 

 

"La Cisl chiede al governo Renzi un confronto vero e profondo sulla riforma, la discussione via web con "anonimi" utenti non è sufficiente" ha detto Bonanni.  "Sulla scuola si deve aprire una discussione vera e importante. Il governo, per quanto ci riguarda, può togliersi dalla testa l'idea di dialogare solo con anonimi online". Bonanni si è detto dunque interessato ad una discussione "che abbia come obiettivo quello di rimettere in sesto la scuola". E ha chiarito: "La Cisl non vuole mettersi contro ma vuole discutere, siamo una grande associazione che ha sempre dimostrato senso di responsabilità". "L'impressione che abbiamo avuto della riforma Renzi sulla scuola e' di grande contraddittorietà, e' come se il governo avesse voluto togliere qualcosa a qualcuno per darla ad altri con l'obiettivo di contribuire a spaccare, non ad unire, il paese. Il problema non e' mandare una mail o diffondere riforme on line", ha aggiunto Bonanni, "noi dobbiamo dare risposte concrete e condivise a chi lavora nella scuola per dare serenità e serietà ai cittadini, al paese e agli studenti. E poi l'idea che l'esaurimento delle graduatorie elimini la precarietà non è fondata. Anzi, con l'azzeramento delle graduatorie ad esaurimento, resterebbero irrimediabilmente precari 30 mila lavoratori della scuola. E' a questi che il governo deve dare risposte concrete e soprattutto rigorose".

"Per fare la buona scuola non basta il governo, ci vuole un paese intero" ha sottolineato il Segretario generale della Cisl scuola, Francesco Scrima osservando che l'affermazione che chiude il documento delle linee guida di riforma della scuola presentato dal governo e' assolutamente condivisibile ma non sufficiente. "Ci sono altri interventi da fare - spiega - ossia assumere tutti i docenti di cui la scuola ha bisogno". In realta', secondo Scrima, la riforma del governo non e' risolutiva perche' concentrandosi nelle graduatorie ad esaurimento non tiene conto del personale Ata ( tecnico, amministrativo, etc.) a cui non si fa cenno nel documento. "Non solo, il governo Renzi trascura il fatto che fra i precari da anni in servizio nella scuola ve ne sono decine di migliaia che non sono inseriti nelle graduatorie ma la cui condizione ? quasi del tutto assimilabile a quella di chi sta nelle graduatorie", ha concluso Scrima.

Nel corso della conferenza stampa il Segretario genrale della Cisl, Raffaele Bonanni si è poi soffermato sullla discussa questione dell'aerticolo 18 precisando come la richiesta di intervenire sull'articolo 18 appaia sempre piu' chiaramente "una bandierina ideologica per dividere il paese in un momento drammatico dell'economia, simile solo a quanto abbiamo vissuto nel 2011. Dai dati reali sull'ultima riforma all'articolo 18, - spiega infatti - tutte le controversie si sono risolte facilmente ricorrendo allo strumento della conciliazione. Non ho mai letto che la Banca centrale europea abbia chiesto l'abolizione dell'articolo 18. Piu' che dare risposte concrete al paese, si da in pasto all'Italia un elemento di contesa destinato a spaccare. Per questo, per riportare al centro del dibattito la centralita' e l'emergenza del lavoro, noi insieme alla Cgil e alla Uil ci prepariamo a rispondere alla sordita' del governo organizzando una grande mobilitazione". 
 
"Le discussioni sull'articolo 18 non si possono risolvere on line sulla base di una idea unica che e' soltanto nella testa del premier Matteo Renzi. Se il governo continuera' a provocare, la nostra risposta sara' la protesta. C'è la parte viva dell'Italia in discussione, il lavoro, che e' l'articolo 1 della nostra Costituzione, la nostra stessa democrazia. Le modifiche al jobs act impattano sull'articolo 18 ma dovrebbero risolvere il problema delle truffe ai giovani" ha poi osservato dicendosi "d'accordo sul contratto a tutele crescente, ma solo a patto che esso assorba tutte le precarieta' ingiustificate, altrimenti per noi sara' la mobilitazione di tutto il sindacato, unico strumento di fronte alla sordità del governo. Un percorso comune al quale, come Cisl, abbiamo invitato ad aderire la Cgil".

 
"Ho timore che qualcuno nella maggioranza e nella politica voglia ingaggiare uno scontro per spaccare il paese. Se cosi' fosse, noi siamo gia' pronti alla mobilitazione e siamo uniti", ha proseguito Raffaele Bonanni  "E a chi dice che lo statuto dei lavoratori sia  fuori moda, rispondo che quando fu scritto si fece nel nostro paese un dibattito serio e democratico.  Spero che l'Italia di Renzi sia ancora quella che attribuisce valore al lavoro e alla democrazia. Il mio appello e' ai senatori e ai parlamentari: attenti a cio' che fate, evitate strumentalizzazioni dannose per l'unita' del paese, agite secondo  coscienza. Oggi piu' che mai c'è bisogno di unire, non di dividere".

"Renzi dice che vuole tutti i lavoratori uguali mentre oggi ci sono lavoratori di serie A o serie B. Il rischio e' che si  trasformino tutti i lavoratori in serie B lasciando all'inferno il popolo delle false partite IVA, dei co.co.co in un momento drammatico per la disoccupazione del nostro paese. Scambio articolo 18 contro maggiore welfare? Non so come si possa fare visto che il governo non ha un soldo. Bisogna vedere come davvero il governo vuole cambiare in meglio il lavoro trovando soluzioni per tutti".

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